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In Albania c’è un’usanza bizzarra per aiutare le persone a liberarsi dai sogni notturni: si consiglia di andare in bagno la mattina presto, aprire un rubinetto e raccontare il sogno per filo e per segno mentre il getto d’acqua copre, scopre e ne porta con sé i frammenti. Ci aveva provato lei, aveva voluto anche esagerare, sedendosi lungo i letti dei ruscelli precipitosi o lanciando pietre su laghi di montagna. Niente da fare. La notte la perseguitava sempre, alleata a quella materia viscosa di cui sono fatti i sogni (o la realtà?). Allora decise che non le rimaneva nient’altro che affrontarli e, per mettere alla prova il suo coraggio, decise di scriverli al posto di credere all'illusione di cancellarli semplicemente tirando lo sciacquone.
Lei si perdeva in continuazione la notte perché i sogni erano cosi fitti e luminosi. 16 storie dove la parola è interpretazione del profondo.