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Durante il lockdown, mentre la pandemia avanza, la protagonista di questo memoir fruga tra scatole di ricordi, lettere, fogli di appunti e album di vecchie foto: tappe della sua storia personale che si fanno flusso di reminiscenze e riflettono la generale mutazione storica. Rievocando la propria verità emotiva di “cercatrice di felicità”, la percezione dell’umana fragilità, evidenziata dalla diffusione del Covid-19, va di pari passo con la riflessione sulla necessità della transizione ecologica e di un nuovo rapporto con la natura.
Far pulizia della materialità dei ricordi prima della fine del lockdown per raggiungere una nuova leggerezza e riscoprire la dimensione naturale.
Cristina Pacinotti (Pisa, 1955), laureata cum laude al Dams di Bologna con Umberto Eco, dopo un dottorato di ricerca a Parigi ha praticato yoga e danza a Berlino e Amsterdam. Tra le sue pubblicazioni “Un corpo per il mio guardaroba”(1986), “Chiamarsi Fuori” (1994), “Anime in Bestia” (2001), “In quei giorni c’era molta luce” (2004) con introduzione di Dacia Maraini, “Luogo Comune” (2014), “Un Altro Posto” (2015) con nota introduttiva di Fabio Genovesi, “Lo Strappo” (2018), finalista al premio Bukowski e al Premio La Donna si Racconta. Con gli inediti “Non Ancora” e “La Vecchia Rapita” ha vinto premi importanti. Promuove la creazione di ecovillaggi.
Calibano Editore