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“Con Passaporto Nansen l'autore, affidandosi all’endecasillabo, oltrepassa il “male di vivere” montaliano brindando con un vino sillabico dal retrogusto campaniano nelle atmosfere di una città notturna, degradata e popolare, lasciandoci un esemplare assaggio di ossimorico Orfismo civile" (Gianpaolo G. Mastropasqua). Un viaggio nell'oscurità dell'anima di ciascuno di noi. Un’ipotetica rivincita dei vinti nella sconfinata grandezza di chi è costretto e ha imparato a rimanere vivo.
Un viaggio poetico nell'oscurità dell'anima, una rivincita dei vinti.