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Lo strappo glottologico, lo strappo di una lingua portata sino alla mimesi del Dio senza desiderio, è lo spunto per quest’opera che, attraverso Antonin Artaud e il suo doppio, esplode in poesia dopo aver attraversato la prosa. Tra saturazioni polilingustiche, il divino si fa inchiostro e diffonde la sua infezione immanente. Un libro che sfida la percezione per ancorarsi nel nostro intimo.
Tra poesia e prosa, l’opera definitiva di un poeta che incide la pagina con la forza delle sole parole.
Nato a Messina nel 1989, Domenico Puleo ha frequentato il liceo classico e ha cominciato a scrivere poesie e racconti all’età di vent’anni. Sui temi trattati nei suoi testi ha avuto notevole influenza il disturbo schizo-affettivo del quale soffre dal 2010. Collabora con la rivista Shockwave Magazine, per la quale scrive recensioni letterarie e cinematografiche. Una sua poesia è stata selezionata nel concorso “Nessuno scrive”. Nel 2019 ha pubblicato la silloge poetica “Bulimia d’essai”, cui sono seguiti “Apostrofi di nulla” (Calibano, 2020) e il romanzo “Non si può fuggire sempre” (Calibano, 2021).
Calibano Editore